I DRONI PER L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE
Il drone è uno strumento indispensabile nella lotta biologica in agricoltura
Lo scopo principale dell’agricoltura biologica è quello di non creare danni all’ambiente e proteggere nello stesso tempo il raccolto. Questo è assolutamente possibile grazie alla lotta biologica.
Questo sistema di trattamenti è nato negli Stati Uniti, a metà del XIX secolo e sfrutta l’antagonismo che c’è tra gli insetti in natura per evitare l’utilizzo di prodotti chimici e tutelare la salute dell’ambiente.
In questo modo si ottiene un raccolto non contaminato da pesticidi e inoltre si risparmia anche denaro, perché la lotta biologica è decisamente più economica ed efficace dei prodotti chimici.
Il drone è uno strumento indispensabile nella lotta biologica in agricoltura di tipo estensivo, perché è in grado di rilasciare acari e altri insetti utili su un’area più o meno vasta in modo da eliminare in modo naturale il parassita prima che possa arrecare danni al raccolto.
Inoltre, anche l’impatto ambientale dei velivoli è pari a zero, considerando il loro funzionamento tramite batterie alimentate con corrente elettrica.
Le colture su cui si applica questo tipo di trattamento, attualmente in forte espansione, sono diverse:
pomodori
frutteti
nocciole
mais
soia
ortaggi
verde pubblico
La mosca mediterranea della frutta, ad esempio, è un insetto che crea molti problemi soprattutto in Trentino e attacca peschi e meli. Si tratta di un parassita proveniente dall’Africa Orientale, diffuso ormai in anche tutta la costa mediterranea e per tenere sotto controllo i gravi danni che provoca, sono necessari degli specifici trattamenti e una soluzione alternativa agli insetticidi è il rilascio di maschi sterili della specie.
La diffusione di questi insetti utili avviene tramite l’utilizzo dei droni che possono coprire un’area molto più vasta nel minor tempo possibile.
La stessa tecnica si utilizza anche per affrontare la piralide e il ragnetto rosso, due parassiti che colpiscono rispettivamente le coltivazioni di mais e pomodori e i velivoli sono fondamentali per agire tempestivamente e su terreni vasti.
Contro la piralide viene impiegato il Trichogramma brassicae, un imenodottero che depone il suo uovo all’interno delle uova di piralide. In questo modo si aumenta la popolazione degli imenodotteri, facendo diminuire la popolazione dell’insetto dannoso, per un controllo efficace della situazione.
Il ragnetto rosso, invece, si sta diffondendo sempre di più nelle coltivazioni del pomodoro, arrecando seri danni ai raccolti e contro questo insetto si utilizzano spesso due specie di fitoseidi che si cibano del ragnetto rosso e regolano la popolazione dannosa per il raccolto.
I tripidi, invece, sono più frequenti negli ortaggi in generale e per combatterli si usa, ad esempio, l’Amblyseius cucumeris che è un acaro predatore che mangia tripidi e che viene distribuito direttamente sulle piante.
La lotta biologica si rivela molto utile anche per tutelare il verde pubblico, in cui non è concesso utilizzare prodotti chimici.
I parchi, infatti sono spesso frequentati da bambini e sarebbe impensabile utilizzare dei fitofarmaci per preservare il verde: in questo ambito molto spesso sono utilizzate le coccinelle.
I droni utilizzati per il rilascio degli insetti antagonisti sono dei quadricotteri in grado di eseguire un trattamento su un’estensione di 2 ettari di terreno in cinque minuti e sono stati progettati in modo specifico per eseguire questo tipo di operazioni. Gli insetti vengono rinchiusi in un barattolo apposito, in una quantità già calcolata per l’area da trattare e vengono mischiati con del materiale adeguato (segatura, crusca o capsule biodegradabili).
Successivamente, il drone, attraverso il suo serbatoio rilascia sulle colture gli insetti e il materiale in modo uniforme ed efficace, dando un risultato maggiore dei pesticidi chimici e garantendo la massima sicurezza alle piante che non rischiano di essere schiacciate o rovinate da altri attrezzi di uso tradizionale, come ad esempio i trampoli.
Prima di effettuare questa operazione, il personale esperto e certificato analizza il terreno per realizzare un piano di volo. In questa fase vengono rilevati eventuali ostacoli e confini e viene definita la giusta quantità di insetti da rilasciare, oltre a valutare il trattamento più adatto in base alle colture.
Se si tratta di campi di nocciole, ad esempio, il volo del drone viene svolto a serpentina, mentre per la soia si ricorrerà al perimetrale o a delle strisciate in diagonale. Una volta che il serbatoio è stato svuotato o le batterie sono scariche, il velivolo ritorna indietro per il rifornimento ed è pronto a ritornare in campo per portare avanti un’altra operazione.
Oltre alla qualità del prodotto assicurata e alla copertura di aree molto vaste, il drone permette di agire su terreni difficili da raggiungere con altri mezzi ed in qualunque condizione atmosferica.
Se ad esempio c’è stato un acquazzone, non è possibile operare utilizzando mezzi tradizionali, invece con i velivoli l’area viene sorvolata senza nessuna difficoltà e con il massimo risultato.
Non sono da sottovalutare neanche il notevole risparmio economico, la riduzione al minimo degli sprechi e la tutela dell’ambiente, tipici della distribuzione degli insetti antagonisti con l’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto.
