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MAPPE UFFICIALI PER IL VOLO DEI DRONI: QUESTIONE LEGALITA'

LE MAPPE UFFICIALI PER IL VOLO DEI DRONI

regolamento europeo (2019/947)

Ci sono zone libere dove è possibile far volare liberamente i droni. Queste zone sono segnalate sulle mappe ufficiali AIP ITALIA (consultabili sul sito ENAV) e sul Sito D-Flight.

Sorgono però alcuni problemi, in quanto zone considerate libere dalle mappe ufficiali sono invece soggette a divieti non riportati, quindi praticamente “invisibili”.

La domanda sorge spontanea: se faccio volare un drone in una zona che ho verificato libera sulle mappe ufficiali, ma in realtà non lo è,  di chi è la responsabilità se dovesse capitare un incidente?

Questa domanda è stata posta da Andrea Fanelli di AOPA Italia, divisione APR, durante il Roma Drone Webinar Channel il 23 giugno. Evento che, a causa dell’emergenza Covid-19, è avvenuto ovviamente online e trasmesso in diretta streaming.

Un Webinar a cui hanno preso parte anche i rappresentanti di ENACEASA e D-Flight.

Si è partiti da una considerazione: dal 31 dicembre 2020 entrerà in vigore L'art. 15 del regolamento europeo (2019/947) che afferma che "nel definire le zone geografiche relative ai droni per motivi di sicurezza, anche in termini di security, tutela della riservatezza o dell'ambiente" ai fini di geo-consapevolezza "gli Stati Membri provvedono affinché le informazioni sulle zone geografiche UAS, incluso il loro periodo di validità, siano rese pubbliche in un formato digitale unico e comune".

Ogni Stato quindi deve pubblicare e rendere consultabili le mappe dedicate ai droni. Questo l’intento del Regolamento Europeo. Questo, in Italia, avviene grazie al regolamento ENAC SAPR con tutte le regole stabilite dall’ENAC e disponibili nel sito D-Flight" (Art.6 c ).

Dal Webinar è venuto fuori l’impegno nel rendere sempre più completa la piattaforma, eliminando eventuali incongruenze e pubblicando tempestivamente le informazioni sugli spazi aerei provenienti da ENAC. Questo, proprio per evitare fraintendimenti e incongruenze, anche se questo si sta rivelando più complesso quando si tratta di realtà locali.

Il consiglio, suggerito dall'Ing. Baldoni, è: 

Prima di far volare un drone sarebbe bene recarsi sul posto ed informarsi localmente con le autorità, con gli enti parco etc. sull'esistenza di eventuali divieti e vincoli che potrebbero non essere a conoscenza di d-flight e quindi non riportate sulle mappe.

Una risposta sugli oneri dell'utente di informarsi localmente che ha generato qualche perplessità all' Avv. Laura Pierallini intervenuta subito dopo. L'Avv. Pierallini ha affermato che, sopratutto in caso di incidente, in tali contesti le responsabilità potrebbero estendersi a tutti gli attori coinvolti nella catena.

Non totalmente in accordo l'Avv. Pierallini, che suggerisce:

"E' fondamentale la chiarezza del diritto, se ci sono delle zone d'ombra nella definizione delle responsabilità, anche fra due enti come possono essere Enac e D-flight, la tendenza sarà sempre quella di andare a responsabilizzare tutti i soggetti che sono coinvolti nella catena. E' sicuramente una responsabilità individuale ma laddove vi siano delle pubblicazioni delle zone che vadano definite e l' Ente non abbia svolto questa attività con la chiarezza necessaria è ovvio ed evidente il possibile coinvolgimento nelle responsabilità, soprattutto nel caso di un incidente con lesioni alla persona."  

Un dibattito che non ha ancora dato tutte le risposte che ci aspettavamo, ma che mette finalmente in luce un problema che va al più presto risolto.